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La cordata Stefani-Toldo porta a termine una nuova via di arrampicata, la "semplice" avventura condivisa tra le pareti della val d'Astico! Una gialla e strapiombante parete sorregge da millenni il leggendario Altar Knotto, una particolare formazione rocciosa sospesa sulla Val d’Astico, a circa 1334 m di quota e più volte oggetto di leggende. Anche Mario Rigoni Stern nel libro “L’Altopiano dei Sette Comuni” ne fa menzione definendolo un “antico sasso in bilico sul baratro”. Quale definizione migliore per descriverlo? Marco ed io avevamo da tempo puntato gli occhi verso quell’affascinante, quanto repulsiva, parete sud ovest; nelle nostre menti si stava delineando una possibilità di salita ma per una moltitudine d’impegni e difficoltà d’incastro del nostro tempo libero è stato necessario attendere lo scorso aprile prima di dar forma a questo sogno. La sveglia è suonata presto e il meteo non si è dimostrato a nostro favore. La pioggia cadeva leggera quando, ad orari antelucani, lasciavamo le nostre abitazioni. Non ci siamo persi d’animo perché la parete è strapiombante e quindi al riparo dall’acqua. Con noi zaini pesanti, molti chiodi, corde, una staffa, numerosi friends ma anche un vecchio ed ingombrante stereo pronto a tenerci compagnia, del tabacco per confezionare una sigaretta nei momenti in cui sarebbe stato necessario prendersi una piccola pausa e in fine una bottiglia di vino rosso fatto rigorosamente “in casa”. A volte ho l’impressione di essere un naufrago del secolo scorso.. Così è nata la “Diretta Supernatural”: nella totale semplicità di un’avventura condivisa con un prezioso amico. Non abbiamo ispezionato prima la parete e non ci siamo calati dall’alto per capire che difficoltà avremmo dovuto superare o con che tipo di roccia ci saremmo dovuti confrontare. Non ci piacciono gli schemi e non abbiamo paura delle rinunce. Anzi, è forse nel saper rinunciare la più grande qualità di un’alpinista. Nel primo giorno di arrampicata abbiamo salito quattro lunghezze di corda; Marco ed io ci siamo alternati nel ruolo di capocordata. A fine giornata eravamo felici perché dentro di noi iniziava a farsi avanti la certezza di una riuscita. La nostra seconda visita alla parete avvenne dopo pochi giorni. Mentre ci avvicinavamo all’attacco ci siamo resi conto di essere proprio sulla perpendicolare del grande altare. Non potevamo non provare a salirne la sommità sfidando le leggi fisiche di quel masso sospeso. L’ultima lunghezza è stata probabilmente la più affascinante. Ogni chiodo piantato era accompagnato dalla più totale incertezza. Dopo infiniti passi delicati ci siamo abbracciati sulla vetta. Intorno a noi l’ambiente pareva improvvisamente essere diverso, il sole splendeva e i vari escursionisti in visita all’Altar Knotto ci osservavano incuriositi; un leggero venticello ha trasportato la nostra gioia e il nostro sudore giù verso valle. Trascorsi giorni dalla nostra piccola impresa abbiamo deciso di ritornare per migliorare la linea di salita pulendola da alcune prese mobili ed aggiungendo ulteriori chiodi di protezione, agevolando così gli eventuali futuri ripetitori. Sabato 9 giugno infine abbiamo salito integralmente la via in arrampicata libera chiudendo così il cerchio di quest’avventura. La sera, prima di prendere sonno, ogni tanto mi chiedo: che cosa resterà dentro di me di questa salita? La risposta è semplice: amicizia e libertà. Matthias pdf relazione
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Novembre 2023
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